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Tacquero lungamente, cullati dal treno, nel dolce tepore dei loro corpi vicini. A un tratta Fausto si scosse.

— Argìa!...

— Fausto!...

— Tu sei sempre triste... Non ti basta il mio amore?...

— Oh! Fausto!...

— E perchè pensi a lasciarlo? Cattiva!...

— Oh! No!...

— Non negare!... Io sento che tu mi vuoi fuggire. Tu pensi sempre al nostro vecchio sogno di morte... Forse pensi ancora che era meglio morire con me, che vivere con me?

— Oh! Come potrei pensar questo, Fausto?

E un dolce sorriso le illuminò il volto. Poscia riprese:

— Ebbene, giacchè vuoi sapere, io penso che tu sei stato troppo generoso... che hai fatto un sacrificio troppo grande... troppo!...

“Insomma, che in questa nostra unione, tu