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Seduta accanto al letto dall’altra parte, Argìa non osava alzare gli occhi su tutta quella gente.

La cerimonia dell’atto civile fu cominciata con le solite formalità.

Ben presto, don Paolo, che da un momento all’altro non si ricordava più di nulla, ricadde in una delle sue fissazioni, girando gli occhi esterrefatti, borbottando tra sè:

— ... Il complotto!... Ci siamo... La Luisa mi ha tirato in trappola... Sono preso...

E cercava di nascondersi, rannicchiandosi nella poltrona.

Ma nell’istante in cui i due giovani pronunciarono il sacramentale sì, egli si scosse; e quasi sognando — per un ricordo meccanico di prete che aveva unite tante coppie di sposi — levò su di loro le mani tremolanti, e li benedisse.