Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/263


— 257 —

cuore — al posto della collera che avrebbe dovuto provare — una tenerezza infinita e qualche cosa di strano, di solenne che lo scuoteva e non avrebbe saputo esprimere nè spiegare.

— Ebbene... dunque — mi faccia una grazia... padre mio... faccia che io sposi Argìa... che ripari... il male... subito... subito... prima che venga la morte!...

— Oh! Fausto!... No!... No, Fausto!... — gridò Argìa fuori di sè.

Ma egli le impose silenzio con uno sguardo supplichevole, e si abbandonò sui guanciali stremato di forze.