Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/262


— 256 —

ratura. Fausto sorrise tristamente e all’ombra gli oscurò la fronte. Ma in quel medesimo istante entrò nella camera Argìa al fianco di Vittorio, e la fronte oscurata si rischiarò.

— Oh! Argìa non m’abbandonare! Mi hai lasciato, e ho sognato di morire!...

Pallida, ma sicura in volto, ella si chinò su lui e lo baciò, mormorando:

— Non ti lascierò più.

E la voce commossa, solenne, palesò tutto il significato della promessa.

Il professore rabbrividì. Voleva parlare e si sentiva paralizzato.

Finalmente, Fausto disse:

— Professore, mi vuol sempre bene, vero? Non mi ha perso la stima?...

— Oh! Fausto!.. protestò il Pisani commosso.

E sebbene egli credesse di avere dinanzi a sè il seduttore della figlia sua, colui che aveva compromesso l’onore dei Pisani, sentiva in