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Don Paolo si era rannicchiato in fondo all’ampia poltrona. Il suo viso scarno appariva sconvolto e le piccole pupille agonizzavano in fondo alle occhiaie affossate.

— Ah! morire! — mormorò con un rantolo — Morire... È orribile!

Il medico trasalì. Che bestia! Avere dimenticato che Don Paolo non poteva sostenere l’immagine della morte, e tenergli un discorso simile nell’ora della digestione!

Si morse le labbra, cercando invano un’idea, una parola per distrarre il suo ospite.

Le gaie risate dei giovani lo trassero d’impiccio.

— Benedetta gioventù! — mormorò il prete, riavendosi. — Cari spensierati! Quando avrò quei due colombi innamorati sempre vicini, il brutto incubo non mi tormenterà più!...

Sorrise, e un rossore gli passò tra carne e pelle, come un ultimo guizzo di fiamma morente; ma il sorriso finì in una smorfia e al