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— Oh!... povero Fausto!... Mi ama sempre!..

— Meno male.... Parchè non muoia, quel minchione!... Che cosa faremo se muore?!..

— Morirò anch’io!...

— Ah, sì?... Brava! Che bella consolazione tu ti figuri di dare a tuo padre!...

Era commosso. Una invincibile tenerezza gli entrava nell’anima. Se avesse potuto salvarla, la sua Argìa... renderla felice malgrado tutto!...

L’amava più di tutti i suoi figli. Era sempre stato superbo di lei. Avrebbe potuto strozzarla nel primo impeto, appunto perchè l’amava così. Ma sentirla, lei, parlare di morire, lo agghiacciava: gli serrava il cuore.

Si rimise a camminare in su e in giù, per riflettere, per cercare. La tenerezza gli recava un leggiero accasciamento; le sue spalle si curvavano un poco e la sua larga schiena si arrotondava. Visto così, nella luce livida, il bel professore appariva assai meno fresco e gio-