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Senza accorgersi di quello che accadeva, egli andò diritto all’Argìa, le afferrò le mani e scuotendola un poco, le sussurrò con voce rauca:
— Fausto è malato! L’ho trovato per istrada che non poteva camminare...
E più basso ancora:
— Ho paura che abbia voluto uccidersi!... Cosa gli ha fatto?.. — S’interruppe, smarrito.
Argìa non rispose. Oppressa, annientata, ricadde sulla sedia. Pareva impietrita. Un momento dopo trovò la forza di rialzarsi e balbettò:
— Dov’è?... Andiamo!
E s’avviò risoluta.
Vittorio e Amelia la seguirono.
Dimenticato da tutti, incapace di fare il più piccolo sforzo per sollevarsi da sè, e vergognandosi di chiamare, don Paolo restò solo, disteso sul tappeto..