Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/225


— 219 —

“Pss!... Non se n’abbia a male. Non dico che sia complice!... Ma debole femmina: un bel giovanotto... una parola dolce... sempre l’amore, sempre! Le donne ci perdono la testa!

“E io, povero vecchio, che non ho più speranza di amore, che nessuno ama, muoio, abbandonato, in mano ai miei nemici!

“Mi vogliono portare via... in un altra casa... per farmi morire più presto...più presto!.. Già una volta mi hanno portato... Si ricorda signora Luisa? E ho patito tanto allora... tanto!

Sempre più fioca diventava la voce, sempre più incomprensibile. Di tratto in tratto s’interrompeva; poi ricominciava, borbottando fra i denti; smozzicando le parole.

E faceva senso quella voce senza timbro, quella voce morta che si lamentava, attraversata da sibili e da rantoli.

Ma la gente di casa vi si era abituata. Amelia rideva sommessamente; Argìa non