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in fasce, e lui s’illudeva ancora di muoversi da sè; di avere appena bisogno di un lieve aiuto.
Quando era seduto in poltrona pareva un fantasma.
— Sono le sei suonate: non verranno più stasera! — mormorò Amelia pestando i piedini nella cenere.
Argìa trasalì e tremò tutta.
— Le sei?... le sei?
— Già, le sei!... Oh che ti fissi anche tu sulle ore, come quello lì! C’è un contagio, si vede, in questa casa.
La governante entrò col domestico per alzare il malato e farlo mangiare. Le lampade furono accese.
— Perchè svegliarmi nel cuor della notte? esclamò don Paolo irritato. — Che avete? Siete pazzi? Sono appunto suonate le tre alla torre, e volete farmi alzare... farmi mangiare... Ah! so io cosa volete! Volete portarmi via... È il complotto...