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paesaggio. E Fausto si ricordava di una mattina lontana; in cui il piccolo fiume pareva un largo nastro d’argento e la boschina e il canneto profumavano l’aria...

Ma egli non faceva confronti. Le immagini fluttuavano nel suo cervello; come le cose disparate che la piena delle acque trasporta quando la campagna è innondata.

Si alzò con fatica. Aveva dei dolori da per tutto.

Come avrebbe fatto a trascinarsi fino a casa; e poi; a ritornare fin laggiù con Argìa?

Se lo forze lo tradivano... se quell’occasione andava perduta... Che cosa sarebbe avvenuto?

Ah! La morte vagheggiata lo fuggiva come la felicità... Tutto lo derideva.

Cercò d’irrigidirsi ancora; con uno sforzo supremo; concentrando la poca energia che gli rimaneva in un solo proposito: arrivare a casa; rivedere Argìa!