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cose esteriori. Cercava sempre e non riusciva a trovare.

Ma che cosa cercava? Una soluzione, o il posto remoto dove morire con Argìa? Neppure lui sapeva. A poco a poco il fascino della morte lo riallacciava. Come sulla campagna, le tenebre si addensavano nell’anima sua.

Non valeva la pena di vivere, di fare uno sforzo così grande, per stare alcuni anni a logorarsi tra le miserie e le volgarità della vita.

La morte era molto più bella!

La morte nell’amore, nell’ebbrezza divina!

Benvenuta la nuova neve che li avrebbe ricoperti come un lenzuolo!

Lungamente egli andò così vagando come trasognato, internandosi nel bosco; smarrendo la strada; perdendo il filo dei suoi ragionamenti; affranto, sfinito. Cercando sempre.

La morte lo derideva! Era una nuova ironia delle cose!