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vava; e coi fiori della morte, questo breve biglietto:

“Vado a cercare il nostro nido: questa sera vi andremo insieme, mentre gli altri saranno in teatro. Mi tarda di averti con me per sempre.„

Egli uscì di città passando per il ponte coperto, celebre costruzione che costituisce una porta di Pavia a cui il Ticino dà il nome.

Il fiume era alto e scendeva lento e maestoso, inseguito dalla nebbia bassa bassa, che il vento portava sulla medesima direzione.

Il giovine camminava del suo passo ordinario, guardando lontano, all’orizzonte, dove la massa argentea dell’acqua sembrava congiungersi col cielo grigio, pesante.

Lunghe file di carri carichi di legna, di ghiaccio, di sassi, passavano vicino a lui, fra le cento colonne di granito che sostengono il tetto del ponte. Ogni tanto, un calessino; degli uomini intabarrati, il capo coperto da cappelli a larghe tese.