Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/181


— 175 —

Ma non l’angoscia che la struggeva. Cercava, frugava nella memoria.

Voleva ricordarsi: voleva sapere. E non le riusciva!...

Certi giorni era più tranquilla. Metteva ogni cosa sul conto della febbre: doveva aver delirato, e nel suo cervello indebolito erano rimasti i fantasmi del delirio....

Ma la notte la gettava nella disperazione, ridandole la coscienza della realtà.

Il professore decretò che dopo quella febbre l’aria della campagna non le conveniva più.

Argìa ritornò con le amiche in città, dove passò giorni tetri, sconsolati.

Eppure la sua speranza non era completamente estinta: di tratto in tratto risorgeva nell’animo contristato. Ella si sentiva portare in alto da un nuovo soffio di vita, e le sue illusioni rinverdivano. Fausto sarebbe ritornato, e lei non poteva essere indegna di lui....

Ma una circostanza, da prima non avver-