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Essendo troppo tardi per ritornare in città, Ruggeri e i suoi due compagni restavano ospiti del Pisani anche per la notte.

Ruggeri aveva la camera di Filippo che guardava verso mezzogiorno, con un balcone. Gli altri due erano insieme in una camera, grande verso tramontana.

Sola nella sua camera, Argìa spalancò la finestra per guardare la notte, come faceva sempre.

In cielo era sorta la luna, bianca, falcata; e la sua presenza rendeva la notte ancor più bella e fantastica.

Argìa aveva il sentimento di non aver visto mai una notte così; ed era nella vaga inconsciente aspettazione di un avvenimento straordinario. Le pareva che tutta la campagna guardasse a lei e che i due alberi della corte, quei due custodi giganteschi, bisbigliassero sommessamente parole misteriose.

Improvvisamente ella balzò in piedi. Doveva