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Inutile lottare contro quell’uomo.

Egli la guardava sempre, e quegli occhi fissi in lei, così da vicino, la turbavano profondamente.

Le pareva ch’ei le dicesse con voce ineffabile:

— Guardami!... Guardami!...

E se si arrischiava a levare gli occhi su lui sentiva una fiamma salirle al viso e tremava tutta. Ma a poco a poco, ella si abituava a quella sensazione: non poteva più farne a meno. Ballava guardandolo fìsso, e tutto spariva d’intorno a lei. Non vedeva che quello sfolgorio. Non sentiva che quella fiamma. E intanto le sue forze s’illanguidivano; ella diventava sempre più debole, sempre più debole. Il sonno magnetico la opprimeva.

Prima di lasciarla, mentre la società si scioglieva, Ruggeri le mormorò alcune parole, che lei intese benissimo, ma di cui non le fu mai possibile risovvenirsi, poi, nelle posteriori rievocazioni.