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tre l’istante appresso; mutando espressione non si rassomigliano più. Ruggeri aveva di Fausto la figura, la forma generale del viso con piccoli baffi senza barba; e, in certi momenti l’espressione appassionata dello sguardo. Senonchè gli occhi di Fausto erano scuri, dolci, benevoli. Il musicista invece aveva le pupille chiare, cangianti di tono e di uno splendore che abbagliava.

A suo malgrado Argìa era trascinata a guardarlo. E quando egli fissava in lei lo sguardo fiammeggiante, ella provava un malessere indefinito che la faceva tremare e impallidire.

Il musicista si accorse presto di quella attenzione timorosa e se ne compiacque; fatuo, pensò di avere fatta una conquista. Forse credè che Argìa fosse una di quelle donne, non rare nella società, che volentieri accettano l’amore degli uomini in procinto di partire con la probabilità di non ritornare per lungo tempo, o mai più.