Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 153 — |
cuore le balzò. Era tra quei signori, un giovane di statura media, di proporzioni eleganti, un po’ esile; la sua testa finamente disegnata, aveva un’aria pensosa. A quella distanza, sotto a quella luce, pareva tutto Fausto. Una gioia ineffabile s’impadronì della povera Argìa.
— Pare proprio lui! — mormorò rivolgendosi alle amiche che l’avevano seguita.
La comitiva avanzava discorrendo allegramente. Si sentivano le voci.
L’abito rosso di Amelia sfolgorava.
— Ah! — gridò Argìa, gettandosi tra le braccia della Carmela — non è lui!
Più tardi, passata la crisi, cancellati i segni delle lagrime, Argìa sedeva a tavola vicino al maestro Ruggeri, che suo padre le aveva presentato. Era il primo uomo che le paresse degno di attenzione dopo Fausto Lamberti.
Esisteva realmente tra il Ruggeri e il Lamberti, una di quelle affinità per cui, in dati momenti, certe persone si rassomigliano, men-