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E certi motivi di valtzer le davano la sensazione di smarrirsi in un vortice misterioso. Allora il braccio di un indifferente le pareva il braccio di Fausto: e di Fausto era l’alito caldo che le sfiorava il viso. Era lui che la portava via nell’ebbrezza.

Negli intervalli rimaneva spossata, senza idee, quasi senza coscienza.

La notte non poteva dormire, stava lungamente alla finestra, trasognata, triste; la testa in fiamme, il cervello pieno di visioni. Soltanto verso l’alba, quando la frescura penetrava il suo corpo, sentiva il bisogno di coricarsi e dormiva un poco.

Qualche volta ella passava quelle ore di veglia, nella disperazione e nel pianto. E il nome di Fausto ritornava continuamente sulle sue labbra arse.

Una sera il Pisani arrivò alla villa in compagnia di alcuni musicisti, tra i quali un violinista celebre; Adolfo Ruggeri, venuto da