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faceva ogni giorno più largo posto al bisogno di stordirsi.

Sentiva oscuramente il desiderio fatale della vendetta. Solamente, poichè non avrebbe mai avuto il cuore di far del male a Fausto, si sarebbe vendicata sugli uomini in generale.

Nessuno dei giovani che suo padre conduceva in villa era capace d’interessarla. Nemmeno il professore suo pretendente che continuava a farle la corte.

Li trovava mediocri, noiosi: troppo dissimili da Fausto la cui immagine l’assediava. Ma il ballo poteva ancora distrarla. La musica penetrava l’animo suo e s’impadroniva di tutte le sue facoltà.

Quegli stessi uomini che discorrendo le parevano insulsi e noiosi, si trasformavano per lei nel ballare; o meglio non li vedeva, nè sentiva i loro discorsi. Non sentiva che la musica; non vedeva che il turbinio confuso, inebbriante del ballo.