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ribelle soltanto di fronte alla ingiustizia, alla crudeltà e alla prepotenza del maschio e delle leggi sociali che fanno a lui la parte del leone.

Di fronte all’amore, e al sentimento generoso dell’uomo amato, ella era trascinata da una forza ineluttabile ad immolarsi compietamente, felice di essere schiava, gelosa della sua destinazione al sacrificio, come di un tesoro dovuto a lei sola.

Ritornò al suo posto nella galleria; riprese il lavoro.

Voleva dominarsi; non voleva uscire dal ciclo di pensieri che Fausto le aveva suggeriti. Era anche questa una specie di dedizione della sua volontà; un rinunciamento: il solo sacrificio concessole; e vi si aggrappava.

Ma invano ella voleva limitare lo spazio alla sua fantasia, e mantenere il suo dolore nella via tracciata.

Involontariamente ritornava sul passato, su