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Si sarebbe addormentata nelle braccia del suo Fausto, sapendo che era per sempre; che quel dolce sonno non doveva avere risvegli, nè pentimenti.

Gettò il lavoro. Si alzò e andò nella sua camera.

Fausto le aveva dato un romanzo russo bellissimo, nel quale si parlava molto della morte. Voleva leggerlo: ma non poteva fermarsi sui pensieri dell’autore, trascinata siccome era dai pensieri propri.

E questi pensieri diventavano più tristi, più foschi. Vi era un punto nero che si allargava a poco a poco opprimendola come un incubo; distruggendo la sua gioia trascendentale.

Quel punto nero era un rimorso. Sì, ella scopriva nell’anima sua un rimorso nuovo, insoffribile.

Perchè non gli aveva detto tutto? Perchè non s’era confidata a lui? L’aveva tanto pre-