Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/138


— 132 —

non essere nulla altro che una parte di lui! Questo pensiero dell’annientamento di sè nell’uomo amato, le faceva provare una tenerezza infinita. Vi si compiaceva; lo raffinava con molta delicatezza.

Appunto perchè, in realtà, questa era una cosa contraria alla sua natura, ella vi s’infervorava; per quel bisogno che gli spiriti ardenti hanno di tutto sacrificare all’oggetto o al pensiero che li esalta. E le pareva che soltanto per questo rimpiangeva la vita. Come sarebbe stato sorpreso Fausto di trovarla così mite, così sottomessa; e di quale dolce sorpresa!... Mah! inutile pensarci. Dovevano morire.

Ebbene, avrebbe concentrato tutto il suo amore, tutto il suo entusiasmo in quel momento supremo.

Del resto, lei non aveva alcun rimpianto per sè. Che cosa avrebbe rimpianto? La morte ora la sua salvezza. La morte le dava tutto.