Pagina:Speraz - Il romanzo della morte.pdf/135


— 129 —

chetto, poichè non uno studente passava di là senza levar la testa per salutare la bionda del Pisani.

Seduta molto più in basso, Argìa rimaneva invisibile alla gente della strada, e non vedeva, lei stessa, altro che il cielo e la casa di fronte. Le bastava.

Negli anni addietro, allorchè il suo amore per Fausto viveva di sole occhiate, ella era felice di mettersi là ad aspettare ch’egli si affacciasse e le desse il buon giorno con un sorriso, prima di uscire per recarsi alla scuola. Tutta la giornata lo pareva bella, se aveva avuto quel sorriso.

Adesso ella pensava con disperazione a quei tempi lontani e innocenti.

Era sola. Amelia non sarebbe ritornata dalla Magistrale fino alle tre. Poi si sarebbe chiusa in camera per studiare le sue lezioni e fare i compiti.

Argìa trovava un sollievo nell’assenza della