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— Vuoi dire che non si dimenticherebbe mai! — esclamò la fanciulla dopo un istante di riflessione. — Questo lo so anch’io; te l’ho già scritto.

— Un amore come il mio non dimentica nulla. Tu mi hai ben compreso.

— Quello che io non comprendo — riprese Argìa con la voce velata dalla commozione — quello che non so spiegarmi è che tu voglia protrarre questo stato d’incertezza, questa commedia inutile. Perchè non ti stacchi da me? Perchè non mi abbandoni al destino mio?

— Perchè non posso. Non capisci? Non posso. Ti amo più che mai; e tu sei persa per me! persa irreparabilmente. Non posso rassegnarmi a questa perdita. Come vedi è una cosa semplicissima. Non posso amare la vita senza di te, e nemmeno sopportarla. Per questo ho risoluto di morire. Non è un sacrificio che ti faccio: è piuttosto una grazia che ti domando: lasciami morire con te.