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morte in cui il mio pensiero infantile non si poteva fissare, paralizzava il mio spirito inconscio con le sue truci immagini. Le impressioni sono in noi e la loro intensità è raramente subordinata all’importanza della causa. Per me fanciullo, quella fu una impressione di prima forza, ed ebbe influenza su tutta la mia vita. La sento ancora. Quando ho visto morire mio padre, quella prima immagine tragica si riaffacciò alla mia memoria; capii che fino da quel momento avevo avuto la percezione dell’immane tragedia, che sempre ci sta sopra e a cui nessuno sfugge.

— Nervi delicati, sensibilità squisita e precoce: malattia di famiglia — osservò Fausto con un sorriso.

— E chi aveva ammazzato Nino e Bianchetto? Quell’ipocrita di don Bortolo, scommetto!

— Proprio lui. Irritato perchè gli mangiavano certi legumi ch’egli aveva piantato in