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rivoltolone nelle mie viscere; mi parve di cadere, vacillai; poi ad un tratto, preso da un impeto che centuplicava le mie forze, traversai l’andito in due salti e mi trovai sulla terrazza. Carlino che si era attaccato ai miei abiti, inciampò, cadde e si rialzò senza lamentarsi, ammutolito nel terrore.

“Non vi so dire, sebbene io lo senta ancora, quello che provai quando vidi le due pelli dalla parte interna, con le tracce del sangue rappreso, la testina vuota, le zampette sparate; mi si oscurò la vista, sentii un gran freddo nella schiena, e rimasi intontito. Ma nel mio cervello era un subbuglio di idee confuse. Nino e Bianchetto ridotti in quello stato... Perchè? Come?...

“Li avevano ammazzati.... come la cuoca faceva coi polli... Per questo rideva la cuoca!... Erano morti... Non li avrei riveduti mai più... Mai più avrebbero giuocato con noi... mai più... mai più!... E il terribile enigma della