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dì?... Parla. Sai qualche cosa... di lui? Ti pare che non mi ami tanto? Hai visto qualche cosa?

— Calmati, Annetta.

— Ma che calmarmi! Non posso essere calma: capisci bene. Senti, se sai qualche cosa, dimmela subito che andrò a rinfacciargliela a quel vigliacco, e mi vendicherò. ...Oh, se mi vendicherò!

— Ma... no!

— Allora, se non sai nulla non farmeli certi discorsi: finiscila di tormentarmi con le tue eterne fisime. Sei una vera bambina, non puoi neppure figurarti quello che si prova quando si ama. Mi dici delle cose da far morire, e poi mi guardi a bocca aperta perchè perdo la bussola. Mi metti il fuoco addosso e ti meravigli perchè brucio!... Verrà il tuo giorno... non sarai sempre così diaccia... Anche la Palmira che non voleva saperne, hai visto? La mi è parsa bell’e cotta...

— Oh, la Palmira!... Ma io... È diverso.

S’interruppe.

— Senti, senti...! Il babbo grida... senti!...

Si precipitarono tutt’e due nel corridoio in fondo al quale era la scala interna. Dall’uscio socchiuso della camera matrimoniale veniva la voce irata del signor Leopoldo.

— Non voglio — gridava. — Hai capito? Non voglio. È mia figlia. Qualche potere su lei ce l’ho anch’io.