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Egli non rispose. Frugò nella tasca della sua giacchetta e trattone un enorme portafogli, cercò fra diverse carte.

Finalmente ne cavò fuori una che porse alla fanciulla, dicendole:

— Ecco la sua fede di nascita. Ella è veramente Emma Walder, figlia di Arrigo Walder boemo e di Maria Rosa Buttler, oriunda ungherese. Il nome di Emma Walder scritto nel piccolo libro delle orazioni era veramente il suo.

— OH! signor Von Roth, questo è il più bel dono, il più caro, che io potessi ricevere da qualcuno al mondo. Come ha potuto avere lei questa carta?...

— L’ho ritirata io stesso, alla parocchia di Lerchenfeld....

— Lerchenfeld?... Dov’è?...

— A Vienna, bambina! — esclamò la signora Marta con un lampo d’orgoglio. Tu sei viennese, come me. Buon sangue; sangue allegro.

— Era, due anni fa — riprese Gioachino lisciandosi la barba ribelle. — Ninì si era appena fatta sposa. Noi si girava ancora con la vecchia giostra delle sirene volanti, famosa porcheria.... sì, cara Marta, abbi pazienza, famosa porcheria.... che ci ha reso dei buoni denari, oh! questo sì, ne convengo. Il piccolo bersaglio a fantocci rendeva ancora di più. Non importa. Allora eravamo ciarlatani, ora siamo i proprietari