Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/366


— 360 —

ho mai più pensato; e non avrei mai creduto che egli vi pensasse ancora.

Tutto il viso del malato si trasformò ascoltando queste parole. Un senso intimo di piacere lo illuminò, lo ringiovanì.

Si chinò su la fronte bianca di Emma, e vi stampò un fervido bacio.

— Grazie, Emma, grazie per il bene che mi fai. Ma non bisogna illudersi, bambina mia. Io parto. Egli verrà.

— Non voglio! — gridò Emma. — Non voglio! Perchè mi tormenti?

— Voglio io, Emma. E tu obbedirai a chi èc stato sempre un buon padre per te. Andrea verrà quando io non ci sarò più: quando tu avrai pianto abbastanza sulla mia tomba. Non piangere adesso. Lasciami vedere i tuoi occhi limpidi, i tuoi occhi belli. Verrà Andrea. Oh! se io potessi restare, non avrei tanto eroismo... no! È d’uopo che tu sappia la verità! non ne avrei la forza; Ti ho rubato questi tre anni, ti ruberei tutta la tua gioventù.

— Oh! Dio volesse!...

Preso da un impeto di tenerezza, egli le gettò le braccia al collo e la baciò sulla bocca. Poi si ritrasse tutto tremante.

— Ascolta ancora. Ascolta, il tempo incalza. Quando verrà, dunque, bisogna che tu lo accolga bene, come uno mandato da me per renderti felice. E la mia ul-