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Il landeau traversò tutto il borgo, entrò in via dei Servi e quindi nella bella corte fiorita di villa Mandelli.

Il vecchio domestico che era lì ad aspettare richiuse subito il cancello e nessuno vide altro.

Malgrado ciò, essi raccontarono che dal landeau erano uscite quattro persone e cioè la cameriera — quella stessa le cui deposizioni avevano avuto tanta parte nel processo — carica di borse, di scialli, di ombrelle; poi Andrea Celanzi, la signora Emma Walder e il signor Leopoldo: il «pazzo» come lo chiamavano.

La presenza di Andrea era un sogno delle loro immaginazioni.

Senz’essere completamente guarito, Leopoldo stava assai meglio.

I medici curanti avevano acconsentito alla sua partenza dal manicomio, convinti ormai che la signorina sua figlia — come essi dicevano — l’avrebbe assistito e fatto guarire più presto di chiunque.

— Io non lo lascierò mai — diceva Emma semplicemente.

Così il suo destino si compiva. E le pareva meno amaro che non l’avesse creduto; perchè in lei era la forza di chi nulla spera per se; di chi nulla chiede alla vita.

L’ultimo peso che gravava la sua coscienza si era dileguato. Andrea era partito per l’Inghilterra dove