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relativi. Ben diverso è il giudizio dell’Eterna Giustizia.

Il medico sopraggiunto, guardò Emma come per dirle:

— Il chiodo è là: sempre là.

Avvertito dalle guardie, Marco disse al cognato:

— Bisogna andare, altrimenti non sentiremmo la replica dell’avvocato.

— Sarebbe poco male — ribattè Leopoldo. — Non è molto piacevole per un uomo, sentirsi dire che la sua debolezza mentale lo rende irresponsabile. Di’ che bisogna andare perchè mi aspettano.

E si alzò in piedi.

Emma sussultò profondamente commossa. Guardò il medico come per dirgli, che quelle non erano parole da pazzo.

Celanzi spiegò che l’avvocato non intendeva debolezza mentale permanente, ma acciecamento e irresponsabilità momentanea.

— S’intende! — esclamò Marco Fabbi.

Nessun altro replicò.

Salutarono il direttore.

Mandelli montò nella carrozza che già aspettava alla porta. Emma sedette al suo fianco: i carabinieri, di fronte.

Come tutti i giorni, appena la fanciulla entrò nella sala delle Assise, insieme all’accusato, il pubblico cominciò a guardarla e il suo nome circolò nelle file.