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Morire: non pensare più!

Desiderava la morte con l’ardore dei giovani che hanno amato e non sperano.

Quella sera però si sentiva diversa. L’aria di Lombardia la rimescolava. Un alito di speranza ringagliardiva il suo dolore, come l’ossigeno il fuoco. Alla tristezza mesta che mena all’incurabile inerzia, subentrava l’inquietudine passionale, l’acuto turbamento del vicino risveglio.

Pensava al paesello dove credeva che tuttavia vivessero le sole persone a cui fosse in qualche modo legata, e una inesprimibile tenerezza s’impadroniva dell’anima sua, e un vivo desiderio la pungeva di rivedere la casa dove la più lunga parte della sua vita era trascorsa; e i visi amati, o soltanto famigliari, e le note strade e il piccolo fiume.

Il suono monotono e nasale dell’orchestrion le dava terribilmente ai nervi. Ah! se avesse potuto sentire l’organo della Chiesa dei Servi suonato dal suo caro babbo!

Perchè non le scriveva?

Che cosa faceva?... Dov’era?

Più di una volta aveva cercato dei giornali milanesi con la vaga speranza di trovarvi qualche notizia; ma una mano amica non aveva permesso che ella potesse averne nei giorni in cui tutti parlavano del fatto di Melegnano. Così ella non sapeva nulla. Ma quel silenzio ostinato le dava l’allarme; e aspettava