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la madre; finalmente egli ripetè tutti i particolari della disperazione di Emma, il giorno in cui l’aveva incontrata per la campagna, risoluta a cercare la morte! Non erano dati importanti questi? Non erano prove?

— Pur troppo — concludeva — non vi è più dubbio. E dire che non mi passò neppure per la mente il nome di Paolo, nè quel giorno, nè i giorni successivi! Ho pensato a Celanzi: mi pareva naturale. Ma avrei pensato a chiunque piuttosto che al cancelliere. Mai, mai! Non potevo credere che Emma perdesse il giudizio per quella testa da parrucchiere. Una ragazza così seria, così intelligente!... Eppure, è chiaro. La sua fuga, la sua ostinazione a nascondersi; le visite di cui parla la moglie del portiere; tutto coincide. Ah! noi non conosciamo mai le donne! Non sappiamo mai bene ciò che le commuove, ciò che le seduce. Non teniamo conto delle misteriose correnti delle loro simpatie, e siamo sempre stupefatti quando una donna buona e intelligente si perde per un imbecille o per un malvagio.

— Accade lo stesso nel caso nostro — osservò il dottore con un sorriso. — Le donne non intendono mai perchè noi preferiamo una di loro, e generalmente dicono che siamo pazzi o gonzi.

Leopoldo non ascoltava. Il suo stato morale non gli consentiva di fermarsi a discutere su una questione di ordine generale; l’idea fissa lo riafferrava su-