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peritava di affermarlo. Leopoldo si sarebbe recato da lui per parlargliene, o gli avrebbe scritto; non sapeva. In ogni modo lo scongiurava di aderire.

Sorpreso e profondamente amareggiato, Andrea non sapeva cosa rispondere. In quel momento quella proposta gli pareva assurda, canzonatoria, offensiva dalla parte di Cleofe. Era il vecchio progetto che ritornava a galla.

Dunque ella non lo aveva mai amato? Per lei non si trattava che di salvarsi! E poichè egli, rappresentava la zavorra che l’avrebbe fatta naufragare, non pensava che a liberarsene. I vecchi dubbi sul carattere di quella donna lo riassalivano tumultuariamente. Rammentava le parole di Leopoldo, la terribile ironia... Oh! per quella donna egli si era macchiato di tradimento, e aveva offeso crudelmente l’amico...

I minuti passavano. La cameriera fremeva. Osò farsi avanti.

— Signor Celanzi... la signora mi ha raccomandato di far presto.

— Subito.

Prese un foglio e scrisse col lapis: «Farò quello che mi sarà imposto. Vorrei che fosse la morte.»

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Appena ricevuta questa risposta, Cleofe cercò di trovarsi sola con Emma per parlarle di Celanzi, indagare il suo sentimento e capire se avrebbe accettato.