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certo ti sei creduta sacrificata, mentre io ho spasimato al tuo fianco per tanti anni, la bocca suggellata dalla mia invincibile ritrosia e dalla non meno invincibile ripugnanza per tutte le scene drammatiche... come questa, che tu hai provocata e che è la prima e sarà l’ultima... Adesso puoi andare. Io ti ho giustificata come tu non avresti saputo. Mi accade sempre così: quando penso, giustifico tutti. Per questo sono sempre stato un inetto e un vigliacco nella vita. Va!... Lasciami... Non ti ammazzo, non aver paura. Ci separeremo tranquillamente... Ancora non vai?... Ah!.. vuoi sapere cosa farò di Andrea?... Lo ameresti, per caso? Mi sarei ingannato?...

Ella mormorò finalmente:

— Non si tratta di Andrea... nè della mia vita. So che sei incapace di uccidere...

— Già! Troppo vigliacco...

— Oh! non per questo...

— Basta! Basta!... Non voglio elogi da te. Perchè sei venuta dunque?... Alzati. Mettiti a sedere, là, su quella sedia. Non sono un confessore...

— Lasciami qui!... — supplicò Cleofe. — Lasciami ai tuoi piedi. Tu mi hai parlato sinceramente, in modo degno di te. Mi hai detto delle cose che non ho mai immaginate. Non so pensare come te, io! Pure ho sofferto tanto, e ti ho amato... come potevo!... Mi davi tanta soggezione, eri così serio, così superiore...

— Non altro? — domandò bruscamente Leopoldo.