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ironico e freddo del cancelliere, riprese, con vivacità:
— La trattiamo però come una della famiglia, proprio come se fosse mia sorella. Ma è tanto originale...
— Che sorta d’originalità può avere? Sembra così dolce e buona.
— Oh! Sicuro. Chi dice che non sia buona? È un originale lo stesso. Si vede subito che non è una come noi. Suo padre era un cavallerizzo; la sua mamma ballava sulla corda. L’hanno dimenticata qui dopo una di queste fiere, e non se ne sono curati più.
— Mai più?
— Mai più... Gentaccia! Ebbene, veda se non è originale: lei ci pensa sempre. E ogni anno a questo tempo, fin da quando era piccina, viene a gironzare intorno ai baracconi, interroga questo e quello, con la speranza di aver notizie dei suoi o di esser riconosciuta da qualcheduno. Così. Vuole più bene, in fondo, a quelli che l’hanno abbandonata, che a noi. La mia mamma lo dice sempre: questa è la gratitudine che si acquista a far del bene.
— In giornata... — mormorò Paolo Brussieri, per dire qualche cosa — la va a questo modo. L’ingratitudine è la libertà del cuore. Vedendole sempre insieme però, avrei giurato che erano sorelle, e in ogni modo che si volevano un bene dell’anima.
— E chi le dice che non ci vogliamo bene? Si andrebbe nel fuoco una per l’altra. Siamo cresciute