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Anche intorno al tavolino da giuoco qualcuno ascoltava.

— Che bella musica! — bisbigliò Andrea all’orecchio di Cleofe — È di Grieg.

Primiera! — gridò la zitellona più attempata — State attenti alle carte! Grieg? Che roba è?

— Un musicista svedese, autore di questo pezzo.

— Ah!.... E lo trovate di vostro gusto?

— Meraviglioso!

— A me non piace affatto. Blu blu, blu blu; frin frin, fron fron.... Bella roba!

Paolo ebbe una risata irresistibile a cui rispose Marco Fabbi.

— Ha ragione la zia Carla....

— Ha ragione.

Cleofe che, per semplice reazione, odiava tutta la musica, antica e moderna, senti un folle impeto d’ilarità; ma ebbe la presenza di spirito di frenarsi, per non offendere Celanzi, che aveva ripreso un po’ di ascendente su lei, dopo la guarigione di Annetta. D’altra parte ella vedeva arrivare il momento in cui la diletta figliuola si sarebbe sempre più staccata da lei e, nel terrore dell’isolamento, si teneva buono l’amante.

Ritta in piedi accanto al pianoforte, e pronta a voltare i fogli, Emma non gustava come altre volte la musica meravigliosamente eseguita, con cui Leopoldo sperava di distrarla. IL salotto attirava più vi-