Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/153


— 149 —


Queste osservazioni e questi pensieri lo attaccavano stranamente all’uomo che tradiva.

Leopoldo Mandelli era forse la persona da lui più stimata, per l’intelligenza, per la bontà, per la vita illibata, severa. Lo trovava certo un po’ troppo contemplativo; ma quante belle qualità compensavano sì lieve difetto! Ed egli lo tradiva per quella donna!

I giorni passavano, intanto, lenti e gravi nella camera della inferma.

La malattia di languore che struggeva l’innamorata prendeva un carattere meno acuto, più insidioso. Il medico lasciava intendere che non poteva nulla per salvarla se gli altri non l’aiutavano.

— Tu per la prima dovresti aiutarmi — diceva con piglio severo all’ammalata, che trattava quasi come una figlia avendola veduta a nascere e essendo sempre stato il medico della famiglia.

— Se tu volessi, guariresti. Ma tu non vuoi!...

Annetta allora lo guardava attonita, con i grandi occhi un po’ vitrei, e scoppiava in un pianto dirotto, a cui seguiva un assalto nervoso, un tremito convulso, che la faceva peggiorare.

Un giorno il vecchio dottore, sempre più impensierito di quella malattia, propose alla famiglia di chiamare altri medici e di tenere un consulto. Ma Annetta si oppose con tale violenza, con tale ostinazione, che nessuno osò più parlarne.

— È malata come me! — esclamava Marco