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l’incontro; ma non sentendosi affatto disposto a discorrere con quell’uomo, a lui così poco simpatico, salutò e fece l’atto di tirar diritto.

Brussieri però dal canto suo stimò necessario di dire qualche cosa. Malgrado la sua boria, aveva una certa soggezione del signor Mandelli.

— Ho perso la corsa — disse. — Un maledetto affare mi ha trattenuto in ufficio. Vado adesso. Ha qualche ordine?

— No.... grazie. Si diverta.

— .... E, scusi, signor Leopoldo, la mamma mi ha raccomandato d’insistere perchè Ella venga al nostro pranzo di quest’altra domenica.... il venticinquesimo anniversario: le nozze d’argento....

Molto imbarazzato e molto seccato, il Mandelli rispose col miglior garbo possibile, che non era sua abitudine di accettare inviti, tanto più che la sua salute delicata non gli permetteva di assistere a pranzi troppo lunghi.

— I pranzi lunghi, li usano in provincia — sentenziò il milanese.

Tuttavia sapendo che quella continua astensione del signor Mandelli dispiaceva ai suoi, perchè la prendevano come una mancanza di riguardo, insistette un poco, con bella maniera.

Leopoldo a sua volta cercò di schivarsi con dei complimenti.

Tutti e due mordevano il freno. Le frasi garbate cominciarono presto a farsi agre; e da una parola