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— Come?... Non dovevano trovarsi insieme a Milano, a mezzogiorno?

— Sì, ma io non sono partito. Ho mandato un telegramma: affari improvvisi.

— Oh! perchè ha fatto questo?... Annetta piangerà tutto il giorno; ritornerà disperata... E proprio senza cuore, lei!

— S’inganna, signorina; io ho un cuore sensibilissimo. Tanto vero che spasimo per lei.

— Non voglio sentirle queste cose! Ha capito?

— Ma perchè, bellezza mia?... perchè?... Se ti dico che ti adoro, che ho amato sempre te, che non voglio che te... Lascia che ti abbracci, amor mio!...

— Se mi tocca, grido; faccio uno scandalo. Vada!... Io devo uscire.

— No, no. Non mi lascio scacciare io. Ti amo... ti amo. E quando io amo una donna, presto o tardi deve essere mia. Vieni qui, cara...

E cercava di afferrarla alla vita.

— Signor Brussieri, guardi quello che fa. Non sono una ragazza da prendere a questo modo. Anche se sono nata povera, non sono abbietta...

— E chi lo dice? Mi è sfuggita qualche parola sgarbata?... Le domando perdono. Non intendo d’insultarla. Voler bene non è mai stato un insulto, o è l’insulto che devono subire cento volte il giorno tutte le belle ragazze. Via, sii buonina, dammi un bacio, niente altro che un bacio.