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Perfino Annetta ne fu colpita, e forse per la prima volta, capì quanto l’Emma fosse più bella, più seducente di lei.

Un nuovo senso di amarezza la fece trasalire. Non era gelosa di Emma, perchè sapeva che Paolo non avrebbe mai più sposata una figliuola di zingari, e per tante altre ragioni inesprimibili e ugualmente salde; ma quella bellezza, così sfolgorante, in quel momento, le fece male.

Guidata dal suo istinto infallibile, la signora Mandelli osservò furtivamente il Brussieri, e vide quello che aveva immaginato. Egli guardava l’Emma con quella espressione particolare, propria a tutti gli uomini quando desiderano una donna.

Anche questa volta il primo pensiero di Cleofe fu di risparmiare un dolore alla figlia sua. Balzò in piedi e mettendosi davanti a lei in modo da impedirle la vista di Paolo:

— Cosa c’è? — domandò all’Emma con l’accento irritato che tradisce il dispetto.

Subito intimidita da quell’accoglienza e sentendo gli sguardi sconvenienti di Paolo pesare sopra di sè, la fanciulla rispose balbettando:

— Il babbo ti vuole. C’è il fittabile di Bescapè.

— E che bisogno ha di me per parlare col fittabile?

— Io non so. Mi ha detto di chiamarti e sono venuta.