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Dunque.... blandire quell’uomo, fargli mantenere la sua promessa a qualunque costo.

Poi.... Poi, chi sa!...

Il disgusto sarebbe forse arrivato. Forse l’amore assoluto, l’amore tragico, che ella credeva di vedere per la prima volta, ubbidiva presto o tardi alle stesse leggi fatali, e finiva col consumarsi da sè, come quell’altro, a lei troppo noto.

Chi sa!

Il suo scetticismo di donna galante le veniva in aiuto, le ridava una speranza. Dopo il matrimonio, Annetta sarebbe forse guarita, così, alla maniera comune. La noia, sarebbe venuta del solito passo, e con la noia, la guarigione, la libertà, la padronanza di sè, e forse dell’uomo stesso.

Questo pensiero la rianimò, e risolvette rapidamente di tentare tutte le armi, pur di vincere.

Riprese la conversazione interrotta e con le più belle maniere provò al suo futuro genero che Annetta non era poi tanto esigente; e che, se mai, queste sue esigenze le venivano dalla paura di perdere un uomo tanto superiore agli altri, e tanto amato. Una volta sposati le cose si sarebbero cambiate da sè: Annetta era una buona figliuola, educata alla casa, lavoratrice; sarebbe divenuta senza dubbio una buona madre.

— E quando una donna di cuore diventa madre — concluse finalmente con la sua voce più dolce e persuasiva — le inquietudini sono finite; i malintesi