Pagina:Speraz - Emma Walder.pdf/112


— 108 —

dice la Teresa, non sai quanti di questi infelici ci sono anche senza il divorzio!

— È vero. È un’infamia, però; ci vorrebbe una legge che assicurasse la felicità delle povere donne.

Celanzi e la signora Cleofe fecero una risata.

— Cara mia; quando la donna non ama il marito, o ha un marito cattivo, il divorzio è in suo favore! — esclamò il giovine.

Annetta stava per ribattere con una frase secca, già formulata nella sua mente:

— Le donne virtuose amano sempre il marito!....

Ma i suoi occhi si scontrarono con quelli della sua mamma che la guardava un po’ ansiosa. La parola le morì sul labbro. Arrossì e borbottò:

— Io non so delle altre: io parlo per me.

— Allora bisogna ordinare al Parlamento una legge speciale per la signorina Mandelli.

— Taci, impertinente.... Ecco Paolo! ecco Paolo!...

Balzò in piedi per corrergli incontro.

— Povera bambina! — sospirò la signora Cleofe guardando il cugino.

— Cose che passano — fece Andrea ironico.

— Andate a Milano, domani? — chiese l’Emma prima che i fidanzati comparissero nel salotto.

— Sì, certo. Bisogna andare a scegliere le stoffe e dare le ordinazioni al tappezziere. E anche con la sarta bisogna intendersi a tempo. Ci fermeremo un paio di giorni.