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le sembra mai impossibile ed è pronta a credere le cose più fantastiche e assurde, purchè vili e abbiette; mentre per farle ammettere la verità di un’azione generosa, non basta che l’azione sia chiara e provata, no, bisogna che in fondo in fondo si possa attribuirla a un briciolo d’egoismo.

Sempre indifferente e sprezzante, il Mandelli lasciò che ciascuno si sbizzarrisse, contento che la bimba già tanto cara al suo cuore non venisse reclamata da alcuno.

Da parecchio tempo egli aveva riprese le sue abitudini, e molte ore della sua giornata erano dedicate agli studi prediletti, al pianoforte e all’organo della vicina chiesa.

Anche delle bimbe si occupava molto: le istruiva con amore e infinita pazienza. Ma Annetta non gli era sempre concessa.

La sua mamma trovava mille pretesti per tenerla sempre con sé. E spesso la conduceva a Milano o a Como dove lei aveva una amica intima e fedele.

La compagnia abituale dell’«organista» era dunque Emma. La bimba stava molto bene con lui.

Tutti abbiamo dei parenti che ci sono più estranei d’un africano: tutti incontrammo una volta nella vita, un estraneo, nel quale abbiamo sentito un fratello. Emma era come Leopoldo affettuosa, meditabonda, d’alto sentire, ed amava appassionatamente la musica.

Egli pensò di farne una pianista; ma si avvide