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lo spigolo della lapide, ch’era riuscita a smovere.
Laura sapeva la fine tragica della sua compagna, e questa storia d’amore formava il fondo delle sue meditazioni.
Amare! Cosa era veramente questa facoltà straordinaria, di cui lei non aveva alcuna idea? Amare! O perchè lei non aveva mai amato?
Chi l’aveva condannata a quel sonno eterno del cuore, che a poco a poco aveva intorpidito tutte le sue forze?
Perchè non doveva essere concesso anche a lei di provare quegli spasimi e quelle gioie?... Poichè bisognava bene che fossero straordinarie le gioie, la cui perdita faceva provare tali spasimi atroci; bisognava che la felicità dell’amore fosse superiore a qualunque immaginazione, se la sua sola memoria poteva dare tanto coraggio e tanta costanza a una creatura debole e ignorante come la povera Maria. E lei sarebbe morta senza averla mai provata.