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Perfino il conte nonno dimenticò il sermone che aveva in serbo.

La giornata passò in racconti espansivi, scoppi di pianto, baci, scrosci di risa, un diavoleto da assordare un esercito. Anche la cena fu gaia. Il signor Luigi e il conte, fecero a chi si sarebbe mostrato più fine, più maneggevole, più degno della propria fama.

Era un piacere a osservarli. Certo i loro discorsi erano meritevoli dell’immortalità per la profonda maestria con cui li svolgevano; e pieni di sale e d’ammaestramenti; ma, ahimè, l’uditorio non ci prestava quasi punto attenzione.

I due amanti, le sorelle, la madre, avevano ben altre cose pel capo che il loro macchiavellismo decrepito. Il cappellano solo era al caso di comprenderlo e di apprezzarlo.

I due vecchi però non si davano alcun pensiero nè di lui, nè degli altri. Simili a que’ grandi artisti drammatici o cantanti, rivali di lunga data che non pensano se non che ad abbagliarsi reciprocamente, allorquando il caso li mette di fronte, que’ due artisti della dissimulazione non si curavano altro che di loro stessi

Arte misera doo tutto, di cui tutte le astuzie