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scambiare qualche parola sommessa e qualche sorriso colla madre e colle sorelle.

Il cappellano era un commensale quasi di tutti i giorni; ma non tutti i giorni era egualmente ben accetto e ben trattato.

Davanti al padron di casa erano sempre preparati due piatti: egli si serviva il primo ad ogni portata, poi empiva l’altro piatto, molto fondo e largo, che il domestico portava nell’anticamera, dove si trovava sempre un contadinello che l’aspettava.

A maniera di compensazione alla sua famiglia gentilizia, poco allegra, come abbiamo veduto, il nobile signore se ne era, pareva, creata un’altra, la quale s’adagiava assai bene vicino a quella, nell’ampio cortile del palazzo avito, all’ombra delle quercie secolari.

Era una famiglia di contadini che viveva relativamente nell’abbondanza e si componeva di marito e moglie e tre figliuoli: figliuoli del conte, dicevano.

Nè lui si curava di far tacere questa voce. Era troppo convinto della propria superiorità su quanti lo circondavano, perchè ciò gli paresse necessario.

C’era un non so che d’antico, di patriarcale in mezzo ai vizi e alle superbie di questo discendente di feudatari, ribelle a tutti i diritti moderni ch’egli