Pagina:Speraz - Cesare, L'ultima notte, Autunno.pdf/32


— 28 —

allorchè un giovane contadino friulano che viveva sui poderi del signor Luigi, s’arrestò sull’orlo della strada e accennò di voler parlare.

La carrozza si fermò, e il giovane trasse di tasca un involto che presentò alla signorina.

Era una cassettina di legno che Emilia aprì con premura. Ma quale fu la sua meraviglia vedendo che conteneva il ritratto di Cesare e una lettera.

— Chi t’ha dato questo? domandò, volgendosi al contadino.

— Il signorino in persona. L’ho accompagnato fino a Venezia, e prima di partire m’ha detto di consegnar quest’involto alla signorina.

— E non sai s’è passato?

— Sì, signora; m’aveva detto ch’aspettassi tre giorni e poi che andassi al comitato, dove mi ci aveva menato lui una volta; che lì avrebbero saputo tutto. E difatti, appena mi son presentato, que’ signori, boni signori, per Dio! m’hanno detto ch’era passato, hanno voluto che bevessi alla sua salute, e m’han regalato dei sigari.... Comandano altro, signor padrone, padroncina... soggiunse il giovane interrompendosi a un tratto, doppiamente imbarazzato per quel suo slancio inconsulto e il silenzio dei signori.