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anello di brillanti che Cesare le aveva dato, e quando lo vide esclamò tutta trionfante:

— Ah! vedi cosa t’ha dato a te il babbo! Pare una stella.

Ma la mamma taceva sempre e pareva tanto mesta che la piccina gettò via i ballocchi e cominciò a far greppo e a singhiozzare anche lei senza sapere perchè.

La Teresina la prese in collo, se la strinse al cuore e cercò di calmarla a forza di carezze.

I suoi singhiozzi cessarono a poco a poco, e il sonno benefico la trasportò nel mondo dei sogni dove i bambini veggono ancora gli angeli: un mondo dove le mamme non piangono mai e i babbi sono sempre allegri e amorosi.

Peccato che questo mondo ideale non si trovi altro che nei sogni!

Il giorno dopo Cesare non si lasciò vedere. Mandò a dire che il nonno gli aveva ordinato di recarsi a visitare certi latifondi lontani e che sarebbe rimasto fuori un paio di giorni.

La Teresina non disse nulla, ma sentì un nuova peso nella sua tristezza.

Cesare non aveva alcun podere da visitare. Era inquieto, nervoso, incapace di prendere una risolu-