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Spossati dalla fatica della strada si sedettero un po’ in riva ul mare presso a una macchia, per riposarsi e ripigliar lena.

Ma erano tutti e due in quell’età che il sonno scende improvviso e irresistibile dopo una giornata calda e faticosa. S’abbandonarono sull’erba e s’addormentarono.

S’addormentarono così, l’uno vicino all’altra perchè si volevano bene.

Spirava un vento tepido. Dal bosco fiorito veniva un profumo soave che s’univa a quello acre del mare e sferzava il sangue nelle loro giovani vene.

Cesare sentiva l’alito caldo della sua compagna addormentata, accarezzargli il viso, il collo, i capelli.

Era un’attrazione magnetica, irresistibile.

Senza volere, senza sapere, egli la strinse fra le sue braccia...


Quando si svegliarono, erano tutti e due mesti e confusi. Fecero la strada in silenzio.

Eppure avrebbero avute tante cose a dirsi! Ma non osavano. Si sentivano mutati.

L’oscurità della notte pareva discesa nei loro cuori.

Quella fu l’ultima passeggiata che fecero, l’ultimo giorno che passarono assieme.